No alla cultura della competizione!
di Antonio Bruno –
Più si pensa solo a vincere e più si diventa identici qualunque sia la collocazione.
Cos’è che ci spinge a fare quello che facciamo? È il desiderio di farlo e il desiderarlo ci emoziona. I nostri pensieri sono informati proprio da quel desiderio che diviene ciò per cui viviamo.
E qual è il desiderio che abbiamo? Che cosa abbiamo deciso di scegliere nella nostra vita tra le cose che sono importanti per noi?
La risposta a queste domande determina il continuo cambiamento nel nostro presente, che porta al nostro futuro, e seguendo questo processo possiamo anche prevedere come sarà.
La nostra cultura è quella della competizione. Questa cultura prevede che in ogni persona c’è un desiderio che informa la sua vita che è quello di vincere. In pratica nella nostra cultura c’è il desiderio di avere successo.
Questo desiderio del successo è il valore di ognuno ed è quindi l’impegno assoluto e l’affermazione di esistenza della maggior parte delle persone che conosco.
Ho osservato le persone che conosco, ed i valori della stragrande maggioranza di loro, sono successo e ricchezza. Non ne vedo di diversi all’orizzonte. Le persone che sono nei partiti, attraverso alleanze con altre persone di altri partiti, vogliono vincere le competizioni elettorali per ottenere il potere e poter esercitare il dominio, perché ricercano il piacere di essere servite. Le persone che sono nelle scuole, cercano di ottenere voti più alti rispetto a quelli delle altre persone, perché così sperano di ottenere successo e ricchezza. Le Aziende sono in competizione tra di loro per ottenere successo e ricchezza.
Quindi nella nostra convivenza il desiderio di successo e ricchezza è un VALORE e questo definisce il nostro modo di vivere.
La conseguenza pratica nella vita delle persone che osservo è che tutto quello che fanno è in funzione di questi valori.
Sapendo che i loro valori sono successo e ricchezza, posso prevedere quali saranno i comportamenti della stragrande maggioranza delle persone che ho osservato. Queste persone siccome desiderano il successo decidono di fare quello che fanno senza ritenersi responsabili di ciò che accade alle altre persone, agli altri esseri viventi e all’ambiente nel quale essi vivono.
Riflettete sui partiti che si presentano alle elezioni per conquistare il potere che, senza dirlo, desiderano esercitare come dominio perché le persone di quei partiti vogliono il piacere di essere serviti. Per ottenere quel successo, quel piacere, non si osservano e non si chiedono se si stanno rendendo conto di quello che stanno facendo. E dopo le elezioni, dopo aver conquistato il potere, pur di continuare ad esercitarlo senza perderlo fanno quello che fanno senza sentirsi responsabili di quello che accade intorno a loro. Non si preoccupano dei cittadini giovani che emigrano dal Sud del nostro Paese, non si preoccupano delle morti dei cittadini a Taranto, non si preoccupano dei cittadini che perdono il lavoro perché le aziende delocalizzano.
Così le aziende che vogliono il successo e per questo non si preoccupano degli operai e della loro condizione come è possibile osservare nel film Sorry We Missed You diretto da Ken Loach; non si preoccupano degli esseri viventi e dell’ambiente come è possibile osservare nell’inquinamento e nei cambiamenti climatici.
Così i nostri figli, i giovani, che vivono in una scuola in cui la MERITOCRAZIA e la competizione deresponsabilizza tutti al punto che quello che conta è il voto e non la consapevolezza della responsabilità. I valori di queste persone formano i nostri figli facendoli diventare dei consumatori.
La vita delle persone che hanno come VALORI la ricchezza e il successo è prevedibile, perché questi valori non responsabilizzano le persone sulle conseguenze delle loro azioni, conseguenze che interessano le altre persone, gli altri esseri viventi e l’ambiente nel quale viviamo.
Ecco che per conservare successo e ricchezza si alzano i muri che fanno annegare nel Mediterraneo uomini, donne e bambini che vengono da lontano, che fanno morire di stenti le persone che tentano di andare negli Stati Uniti passando per il Messico.
Spero che tutti riflettiamo su queste mie osservazioni. Questo mio scritto è rivolto soprattutto alle sardine e non solo a quei quattro giovani che vanno sempre in Tv, ma a tutti quelli che escono da casa per recarsi nelle piazze, e alle persone che dicono di essere di sinistra. Già! Perché sardine e sinistra hanno comportamenti che sono quelli della cultura della competizione, e vogliono anche loro successo e ricchezza, proprio come Salvini, Meloni, Renzi, Calenda e Berlusconi. Ed è a loro che rivolgo un mio aforisma:
“Più si pensa solo a vincere e più si diventa identici qualunque sia la collocazione.”
Antonio Bruno Ferro
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