di Marcello Buttazzo –

C’è la fondata sensazione che questa politica italiana contemporanea affronti le istanze popolazionistiche solo per motivi di posizionamento, se non peggio di propaganda. Forza Italia e il suo leader Tajani sulla cittadinanza hanno avanzato la nuova ultimissima proposta. Lo ius soli è troppo radicale, troppo di sinistra. Anche lo ius scholae ormai è sorpassato, è passato di moda, dopo le lunghe nuotate al mare e i bagni di sole. Ora è il tempo dello ius italiae. Così si chiamerà la legge proposta dagli epigoni orfani di Berlusconi. “Diventi italiano perché ti sei formato come un italiano”, ha detto il leader azzurro. Tajani, di certo, ha fiuto politico e sa che può ottenere qualche vantaggio di immagine e perfino speculare qualche consenso con questa sua ardita manovra in favore(?) della gente diversa ancora straniera sull’italico suolo. Il riconoscimento verrà dato ai ragazzi e alle ragazze che hanno seguito il ciclo completo della scuola dell’obbligo. Che formulato così non è una pessima idea, un malevolo intento. L’ex presidente del Parlamento europeo ha sostenuto che discuterà presto con gli alleati. Però per Meloni e per Salvini la vetusta e anacronistica legge del 1992 sullo ius sanguinis va bene così com’è. E non si tocca. La premier Meloni e il ministro dei treni Salvini, infaticabili campioni delle libertà, hanno ribadito più volte che non c’è bisogno d’alcuna nuova legge sulla cittadinanza. Davvero è avvilente questa politica da retrobottega, che più che badare al raggiungimento del bene comune, cerca solo di conservare e di preservare se stessa.

Marcello Buttazzo