di Marcello Buttazzo –

Dal rapporto povertà ed esclusione redatto dalla Caritas, emergono dati irrefutabili: la povertà in Italia aumenta sensibilmente, tende ormai a cronicizzarsi. Il disagio economico cresce non solo a Sud, ma anche al Nord. I più penalizzati sono i minori. Secondo il rapporto, reso noto pubblicamente martedì 12 novembre, “c’è un iter poco amichevole per i più svantaggiati”. Solo a Roma, ci sono 22.000 persone senza dimora, 30.000 persone che hanno chiesto un contributo per l’affitto. Al contempo, nella Capitale, ci sono 150mila appartamenti vuoti. Le fasce più disagiate continuano a pagare un gravoso pedaggio. Sabato prossimo 16 novembre, in oltre 11.600 supermercati italiani, torna la “Giornata nazionale della colletta alimentare”.  Del resto, i dati recentissimi dell’Istat sono emblematici: nel nostro Paese, una persona su dieci vive in una condizione di povertà assoluta. Forse, non è stata una misura accorta, razionale e lungimirante quella d’abolire il reddito di cittadinanza che, nonostante i suoi limiti, era un ammortizzatore rilevante, quantomeno un tampone alla miseria incidente e dilagante. La politica governativa tratteggia un paese in salute, che va a gonfie vele. Ma la realtà effettiva, evidentemente, non è quella declamata trionfalmente dai giornalisti Bocchino e Sechi nei salotti televisivi di prima e seconda serata. La politica ha un’enorme responsabilità, ad esempio nei ritardi nell’assegnazione a Roma (e altrove) delle case popolari. Se, in Italia, quasi 270mila persone non riescono a sbarcare il lunario, non riescono neppure a sfamarsi, vengono aiutate a sopravvivere nei centri, la politica attiva ha fallito fragorosamente. I progetti Caritas non possono essere, ovviamente, la risposta unica ad una condizione di indigenza generalizzata, ci vuole un atto di resipiscenza della classe politica, che deve puntare economicamente e culturalmente sulla emancipazione dei suoi cittadini. Come ha evidenziato don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, “puntare allo sviluppo umano integrale significa mettere le persone nelle condizioni di realizzare i propri sogni. Servono risposte integrate e una conversione culturale”. 

Marcello Buttazzo