di Marcello Buttazzo –

La politica è, per antonomasia, terreno di contraddizioni. Per fortuna che c’è Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia, ad aver le idee chiarissime, irrefutabilmente sicure. Il deputato azzurro, ex ministro berlusconiano, anni fa, affermò con evidente sicumera che, se nella sua esistenza si fosse dedicato unicamente agli studi, avrebbe di certo vinto il Nobel per l’Economia. Con altrettanta fastidiosa boria esprime giudizi apodittici sugli schieramenti rivali e alleati. Secondo il suo eminente parere, il centrosinistra è sempre più sinistro, il Movimento 5 Stelle, invece, sente “il richiamo della foresta dell’estremismo proletario, dell’antipolitica, dello straccionismo”. La Lega “è sempre più estremista, populista, sovranista”. E dal momento che al deputato Brunetta non difetta minimamente la modestia, dobbiamo accogliere anche il suo accorato appello ai “compagni” di Forza Italia: “Usciamo dalle segrete stanze e torniamo ad essere il partito del popolo, “monarchico e anarchico”, che ha salvato il Paese nel 1994?” Come? Lui, Brunetta, insieme a Berlusconi, a Tajani, a Elisabetta Gardini, hanno salvato l’Italia? Ma quando? 

Marcello Buttazzo