di Marcello Buttazzo –

Non si può dire che Carlo Calenda non sia attivo e propositivo. Il leader di Azione ha presentato in Senato una mozione per reintrodurre il nucleare nel mix energetico del nostro Paese. “Prevediamo la costruzione in Italia di sette centrali nucleari. È un’energia a basso costo, e in più i reattori di ultima generazioni sono sicurissimi”, ha sostenuto. Molti di noi, non avendo le competenze di chimica e di fisica di Calenda, ritengono ingenuamente che la strada maestra e sostenibile da percorrere per diventare energeticamente indipendenti sia una sola: incrementare al massimo le rinnovabili. Da un punto di vista politico, è evidente che il leader d’Azione cerchi soprattutto lo scontro con il Pd e con Enrico Letta, contrario al nucleare. Vorremmo anche rimarcare un’affermazione improvvida di Calenda: “Il referendum sul nucleare è stato il primo atto del populismo”.  Saranno “felicissimi” di questa ingenerosa esternazione i suoi nuovi compagni di viaggio e alleati, cioè i radicali di Emma Bonino e di +Europa, fra i promotori nel 1987 del vittorioso referendum contro il nucleare. 

Marcello Buttazzo