di Marcello Buttazzo –

L’ecosistema Terra è gravemente malato, antropizzato. L’abuso di combustibili fossili ha causato scompensi incidenti e perduranti ai vari ecosistemi. Papa Francesco nell’esortazione apostolica “Laudate Deum” ha sostenuto che le alterazioni climatiche non siano dovute al caso (come vorrebbero i malaccorti politici e opinionisti negazionisti), ma alla dirompente azione umana. A dare sostegno alle parole del Santo Padre sono intervenuti diversi scienziati e studiosi. Il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi è stato ineccepibile: “L’esortazione di papa Francesco è estremamente necessaria, in un momento come questo in cui i governi se ne infischiano dei cambiamenti climatici e la voce di chi lancia l’allarme assomiglia a quella di chi grida nel deserto”. In effetti, le grandi potenze più inquinanti (Cina ed America in testa), insieme ad altre, nei periodi summit mondiali sul clima, si rifiutano sempre di firmare accordi vincolanti, perché sono succubi delle lobbies dei combustibili fossili, e non riescono ancora a pensare e ad immaginare ad una economia fondata su energie pulite. Se ci soffermiamo, per un attimo, sull’Italia, sovente i politici di destra, coadiuvati da giornalisti compiacenti, sono avvezzi a sottolineare come le avversità climatiche siano dovute al caso, e non all’invasiva antropizzazione. Eppure, gli scienziati, da decenni e decenni, ci avvertono dell’avvento di fenomeni pericolosi per la vita della Terra, come il surriscaldamento globale, l’allargamento del buco dell’ozono, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello dei mari. Il Papa con un approccio laico, nel suo documento, ha riportato dati scientifici, legati a meccanicismi di causa ed effetto. Chiaramente, come hanno affermato Francesco e il Nobel Parisi, è necessario più che mai tenere presente non solo la questione ambientale, ma anche quella economica, sociale, politica. In un mondo dominato dalle diseguaglianze e dalle sperequazioni, “i poveri soffrono molto di più dei ricchi dei cambiamenti climatici”. Giorgio Parisi ha molto apprezzato anche il monito del Papa, che ha evocato il “punto di rottura”. In quest’era di guerre, di conflitti etnici, di miseria galoppante, dobbiamo stare all’erta per poter ristabilire una più necessaria omeostasi umana. A incoraggiare e coadiuvare l’intervento di Francesco anche l’attivista ambientale indiana Vandana Shiva, la quale ha rammentato la distruttività dei combustibili fossili e mostrato come “la cura degli altri e del suolo è la migliore economia possibile”. Cattolici e laici convergono, comunque, nel ritenere che il “punto di rottura” è costituito dalla guerra. Non si può avere una concezione civile, umanitaria, se a varie latitudini, gli uomini perseverano nella iattura sciagurata dei conflitti. Anche dal basso ci si può adoperare positivamente, magari mobilitandosi individualmente e con l’associazionismo a difesa della Terra. Noi esseri umani abbiamo il dovere morale di fare qualcosa adesso per la vita delle prossime generazioni.

Marcello Buttazzo