di Marcello Buttazzo –

Secondo alcune testimonianze, le truppe d’invasione russe si sono macchiate, tra le altre cose, d’un crimine orrendo e odioso: lo stupro. Riccardo Magi, esponente di +Europa e dei Radicali italiani, ha rivolto un appello e un invito alle donne ucraine stuprate in guerra, qualora dovessero scoprire d’essere gravide, affinché “vengano qui in Italia per poter accedere al Servizio sanitario nazionale per interrompere la gravidanza non desiderata”. Le donne ucraine fuggite dalla guerra, dopo aver subito abusi sessuali, vivono un dramma, una lacerazione del corpo e dello spirito. Da laico, ritengo che anche le posizioni espresse dal Movimento per la Vita italiano e dall’associazione Papa Giovanni siano degne della massima attenzione e considerazione. I gruppi cattolici non vogliono voltare le spalle a queste donne violate, qualora dovessero decidere di abortire. Purtuttavia, pensano di poterle aiutare ad elaborare il male subìto. Marina Casini Bandini, presidente del Movimento per la Vita italiano, afferma: “Il soccorso che si presta prescinde dalla scelta delle donne, ed è ispirato ad una sola priorità: di cosa hanno bisogno prima di tutto”. Un atteggiamento antropologicamente maturo è quello, comunque, di garantire l’autodeterminazione e l’autonomia morale femminili. Un atteggiamento consapevole e responsabile è finanche quello di poter scoprire insieme a queste donne che “accogliere una nuova vita è il modo di sbaragliare una violenza che sa di morte” (come sostiene Marina Casini Bandini).