La “distrazione di massa” di Matteo Salvini
di Marcello Buttazzo –
Quando la crisi attanaglia, Matteo Salvini sa come spostare il fulcro del dibattito, sfoderando il suo eterno cavallo di battaglia: l’immigrazione. Ora, da più parti piovono critiche sulla regione Lombardia, per come è stata gestita l’emergenza coronavirus nei primi momenti. I sondaggi sono impietosi con Matteo padano, perché certificano un calo costante e continuo dei consensi della Lega, con il Pd che s’avvicina. Inoltre, il “rivale” all’interno del Carroccio, il governatore veneto Luca Zaia, raccoglie ampi favori per la gestione della crisi. E questo non piace all’ex ministro dell’Interno. Il partito “compagno” della Lega, cioè Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, fa una spietata concorrenza all’interno del centrodestra. Con questi problemi non da poco, galoppanti, l’ex vicepremier pensa bene, per allentare la morsa, di spostare, come al solito, l’attenzione sul suo redditizio leitmotiv: l’immigrazione. “Dalla Alan Kurdi alla Aita Mari, le Ong – spesso tedesche – insistono per far sbarcare gli immigrati sempre e solo nel nostro Paese. È tornato il business dell’immigrazione a 30 euro al giorno a testa”, ha sostenuto il leghista. Una evidente “arma” di distrazione di massa, un chiaro strumento propagandistico, buono per rinvigorire la propria demagogia. Ma gli italiani sono talmente scossi e mortificati dal Covid-19, che stavolta non cadranno nella trappola delle favole di Salvini.
Marcello Buttazzo
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