di Marcello Buttazzo –

Il Movimento 5 Stelle, in pochi mesi, ha perso consensi, forse perché s’è appiattito troppo sulle piattaforme di Salvini e della Lega. Per recuperare proseliti, Giggino Di Maio ha lanciato la cosiddetta campagna di primavera. Ha incitato i suoi ad essere più aggressivi, più combattivi nei salotti televisivi: “Andate in tv e picchiate duro”. Come se bastasse un atteggiamento furente a risollevare politiche fallimentari. Ricordiamo solo che i parlamentari grillini hanno evitato il processo a Salvini e hanno politiche popolazionistiche e sull’immigrazione securitarie, assimilabili a quelle della Lega. Il deputato grillino Gianluigi Paragone s’è appellato alla passione e alla veemente impetuosità di Alessandro Di Battista per poter risalire la china. Ma il meraviglioso eroe dei due mondi pare intenzionato a intraprendere il suo viaggio di “studio” in India: il Dibba vuole sentirsi un po’ Gandhi. I dirigenti dei Cinque Stelle per suonare la carica pensano anche di rivolgersi nientemeno che a Paola Taverna, al suo fine ed elegantissimo eloquio da “accademica” della Crusca. A meno che, alla fine, il Dibba non ci ripensi e torni sul campo di battaglia della politica italiana, più intraprendente e scoppiettante e inverosimile “Che Guevara” di noi altri del solito. 

Marcello Buttazzo