di Marcello Buttazzo –

Come si cambia per non scomparire. Da un po’ di tempo in alcuni programmi televisivi serali di approfondimento politico di Rete 4 “ammiro” le gesta di Daniele Capezzone. Ma lui non era il giovanissimo segretario radicale, l’ambiziosissimo discepolo di Pannella, che portò i suoi compagni di Via di Torre Argentina fra le fila della compagine socialista? Difatti, la Rosa nel pugno si schierò con il premier Prodi. Il giovanissimo Capezzone, pur avendo un’anima di destra, s’improvvisava di sinistra, devoto alla libertà, al laicismo. Ripeteva per convenienza: “Vogliamo più Blair, vogliamo più Zapatero”. Ovviamente, aveva anche una visione antropologica e popolazionistica molto aperta. Litiga, però, a un certo punto, con Pannella e con la Bonino, e passa nello schieramento opposto, quello del Cavaliere, diventando portavoce di Forza Italia. Venne poi meno anche l’influenza “liberale” del signore di Arcore. Ora Capezzone è un acceso, furente opinionista e giornalista dell’area sovranista e salviniana. Un tempo era per i diritti gay e per l’antiproibizionismo. Ora, con “coerenza”, twitta contro i migranti, contro l’Europa. Cosa si deve fare per sopravvivere a se stessi!
Marcello Buttazzo