di Marcello Buttazzo –

Dal dossier “Tutti dentro” pubblicato dalla “lavialibera”, la rivista di Libera e Gruppo Abele, realizzato in collaborazione con l’associazione Antigone, è emerso chiaramente che, a un anno dal decreto Caivano, in Italia contro i minori si fanno sentire esclusivamente i criteri repressivi. I primi nove mesi del 2024 hanno registrato un numero record di misure punitive nei confronti dei minorenni. I provvedimenti contro minori sono più che raddoppiati in poco tempo: s’è passati dai 380 del 2023 agli 819 dei primi nove mesi del 2024. La destra al potere sa adottare solo, in modo abnorme, forme di controllo securitario. La prerogativa paradigmatica di questa destra italiana (l’unica che conosce) è la punizione. E i decreti sicurezza. Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ritiene che “sulla giustizia minorile stiamo tornando indietro. Una retromarcia decisa e spericolata sia a livello giuridico che culturale”. In fondo, è molto facile prevedere solo programmi costrittivi, piuttosto che investire risorse economiche e umane per giungere ad efficaci strategie educative e persuasive. Come sostiene don Ciotti, “gli sbagli dei ragazzi, dettati spesso da carenze educative gravi, non diventino una condanna per la vita”. Non si può affrontare la criminalità minorile solo con intento coercitivo, quando esiste una società multipolare che esige modi più morbidi e più costruttivi di intervento. 

Marcello Buttazzo