di Marcello Buttazzo –

Siamo ormai in campagna elettorale per le prossime Regionali e, puntuali, arrivano avvisaglie demagogiche. Alcune associazioni utraconservative, a Perugia, hanno presentato un manifesto valoriale a favore della famiglia naturale e della vita. Tra i promotori dell’iniziativa l’intransigente Massimo Gandolfini, padre del Family Day, presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli”.
È vero, ognuno può avere la sua precipua concezione antropologica di riferimento. Epperò sulle questioni eticamente sensibili, un atteggiamento saggio, corretto, giusto, sarebbe quello di edificare rudimenti d’una bioetica quantomeno parzialmente condivisa. Da laico, non vi va di giustificare che un ultracattolico come Gandolfini voglia imporre all’universo mondo e, per di più, allo Stato laico e liberale, le sue idee anacronistiche, fuori dalla storia, fuori dal tempo. Gandolfini ripete, come un disco irrimediabilmente rotto, che l’unica famiglia possibile sia quella naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, che la vita sia, sempre e comunque, un dono da tutelare, anche in casi di malattia perentoria, progressiva, insopportabile, fino alla morte naturale. Ciò che trovo, soprattutto, altamente strumentale e ipocrita è che i meravigliosi leader del centrodestra, Salvini, Meloni, Berlusconi, notori paladini difensori della vita, abbiano sottoscritto, per le elezioni regionali, il manifesto di Gandolfini “L’Umbria mette al centro la famiglia”. Si sa, i tre valorosi politici del centrodestra sono, da sempre, alla ricerca di facili consensi cattolici. I tre campioni sanno predicare bene e razzolare male. Infine, vorrei ricordare all’indomito Gandolfini che la cosiddetta “legge naturale” è solo un inganno, un trucco, un escamotage delle alte gerarchie cattoliche. In una società fluida e laica, non esiste la famiglia univoca e irreversibile: esistono le famiglie. Tutte degne di diritti, doveri e rispetto.

Marcello Buttazzo