Marcello Buttazzo –

Matteo Salvini è già in campagna elettorale per le prossime Regionali. In Umbria, l’intransigente leader della Lega ha deciso di fare visita agli agenti del carcere di Terni. S’è esibito con disinvoltura nel suo pezzo forte: il selfie. Alla gente che lo contestava duramente fuori dal carcere, ha replicato con la solita baldanza e risaputa tracotanza: “Non sono andato a vedere come stanno i poveri detenuti, come fanno quelli di sinistra, ma come stanno i poliziotti, che ogni giorno affrontano mancanza di personale e aggressioni”. Insomma, l’eloquio trito del solito Salvini. La logica e il buon senso, però, esigerebbero che un responsabile uomo delle istituzioni, un ex ministro dell’Interno, si occupasse anche (e soprattutto) delle carceri ipercongestionate, delle strutture talvolta fatiscenti, dei servizi igienici inadeguati, della mancanza di pene alternative e di lavori interni, dell’assenza di interazione, di integrazione. L’Europa, a più riprese, ha condannato il nostro Paese per la violazione dei diritti umani nei penitenziari. Ma questo, evidentemente, non importa a Matteo padano: a lui interessa più che altro la perenne propaganda. 

Marcello Buttazzo