Il “basta pellicce” di Giorgio Armani
di Marcello Buttazzo –
Finalmente un’ottima e rassicurante notizia. Giorgio Armani ha deciso di abolire le pellicce da tutte le sue collezioni, a partire dal prossimo autunno-inverno. “Basta pellicce. Sono crudeli e orami inutili”, sono state le parole perentorie pronunciate dal famoso stilista. Diverse aziende si sono impegnate, anche da noi, In Italia, a non utilizzare prodotti animali. Evidentemente, anche la moda di lusso può essere chic e fascinosa, senza ricorrere all’arbitraria crudeltà verso altri esseri viventi. Chiaramente, il progresso tecnologico consente di avere valide alternative contro il freddo. Nel mondo, ogni anno, assistiamo alla ferina, brutale mattanza di 95milioni di visoni e volpi, con lo scopo di fare pellicce, stupidi orpelli per selvagge signore. L’ultima dichiarazione di Armani ha fatto gioire la LAV: “Si tratta di un’iniziativa di successo, che conferma l’interesse in netta crescita del pubblico verso prodotti etici”. Quante volte abbiamo saputo di spedizioni pseudoscientifiche e abbiamo visto, in tv, cruente immagini di piccole foche, dall’immacolato mantello, frantumate di rosso sangue da ferrate. Considerazioni di carattere culturale, scientifico ed etico, dovrebbero indurre noi uomini a considerare gli animali come esseri senzienti, da proteggere e da tutelare. Molti studiosi si battono per ridisegnare una teoria allargata dei diritti, alfine di abbattere un desueto paradigma culturale, secondo cui i membri di specie inferiori all’homo sapiens sapiens non avrebbero diritti da rivendicare. Il filosofo e bioetico australiano Peter Singer ( autore di “Liberazione animale”, la “bibbia” del movimento animalista mondiale) considera gli animali secondo un vasto criterio inclusivo, in nettissima dissonanza con venti secoli di tradizione filosofica, tendente a vedere nelle specie inferiori alla nostra poco più che oggetti in movimento. La bioeticista Paola Cavalieri è convinta che bisogna finirla di considerare gli animali esseri di seconda classe, semplici mezzi per i nostri fini, e che dobbiamo estendere loro qualche forma di egalitarismo morale, prendendo in considerazione una teoria allargata dei diritti umani. Tom Regan, filosofo americano, esamina le principali concezioni etiche, che di solito riguardano solo gli esseri umani. Egli arriva a dire che non esistono motivi razionali per lasciare fuori gli animali. Secondo Regan, tutti gli individui con un “valore inerente” hanno i loro diritti ( cioè tutti gli esseri che hanno desideri, preferenze, consapevolezza, scopi, emozioni, sono “un punto di vista sul mondo”). In una società di sogetti responsabili, è di vitale importanza legittimare gli animali non umani, dando loro la patente di esseri viventi, che soffrono, sentono le gioie, patiscono il dolore soprattutto. L’animalismo non è un capriccio per anime belle, ma è una necessità fondamentale per una società di uomini. Eliminare le anacronistiche pellicce è, soprattutto, una scelta etica, di amore, di buon gusto. Non si può dare “nutrimento” a discutibili e ricchissime lobby del facile profitto. Non si possono impunemente strappare dai loro ambienti naturali gli animali, torturandoli in gabbie asfittiche e mefitiche, solo in nome del lucro e della volgarità. Non si può cedere sulla perigliosa china degli “affari miliardari”, che arricchiscono i soliti potenti, in spregio della civiltà e dell’armonico sentire.
Marcello Buttazzo
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