I 42 anni della Legge 194
di Marcello Buttazzo –
Son passati 42 anni dall’entrata in vigore della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Una normativa liberale ed equilibrata, invidiata da tutti i Paesi europei, che ha marginalizzato ampiamente il ricorso alla piaga perniciosa dell’aborto clandestino. Ciononostante, ancora oggi, si levano voci aspramente dissonanti, che parlano incredibilmente d’una legge 194 “integralmente iniqua”. Marina Casini Bandini, presidente del Movimento per la Vita italiano, vorrebbe che si addivenisse “ad un serio e profondo ripensamento della legge alla luce di una maggiore consapevolezza scientifica e razionale”. Gli argomenti dei cattolici intransigenti sono sempre gli stessi: si evoca la banalizzazione sociale e culturale dell’aborto, si condanna senza scampo l’utilizzo della contraccezione farmacologica e chimica. Marina Casini Bandini è convinta, nel suo acceso furore fondamentalistico, che nel comportamento femminile prevalga una sorta di “abortismo radicale”, che comporta un’”ambiguità” diffusa nei confronti della vita nascente. La presidente Casini dovrebbe avere maggiore rispetto della donna, del suo inoppugnabile diritto all’autodeterminazione, della sua mansione a palesare una chiara autonomia morale. Per fortuna, l’indomita Casini sa che l’attuale contesto politico non ha nella sua agenda la revisione d’una ottima normativa. Tuttavia, la presidente del Movimento per la Vita italiano prefigura l’irrealizzabile: “L’obiettivo è costruire la civiltà della verità e dell’amore e non dobbiamo arrenderci perché ci sono leggi inique che prima o poi crolleranno sotto il peso della loro iniquità”. Che dire? Lasciamola sognare!
Marcello Buttazzo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.