di Marcello Buttazzo –

Papa Francesco, nella sua nuova enciclica “Fratelli tutti”, prospetta la possibilità d’una buona politica, basata sul dialogo e non sugli insulti. È sferzante contro i populismi, che “non sono al servizio dei popoli, ma una minaccia”. Invoca una riforma dell’Onu, per poter gestire davvero oculatamente la democrazia. Bergoglio si rivolge, altresì, alle religioni affinché non incoraggino forme di nazionalismo violento e atteggiamenti xenofobi. Il Papa ritiene che sia necessario rivedere l’architettura economica internazionale e, ragionando sulla pandemia attuale, condanna senza scampo la prepotente mano antropica dell’uomo moderno. Predica, quest’uomo vestito di bianco, l’accoglienza del diverso. E afferma, con coraggio, che la proprietà privata debba essere messa a servizio delle persone e non viceversa. E, comunque, la proprietà privata viene dopo la destinazione universale dei beni della terra. Questo nostro pianeta fragile, ferito, calpestato, in cui i più poveri diventano sempre più poveri, in cui i più deboli sono, di fatto, ostaggio dei potentati mondiali. Francesco, di certo, è il più credibile leader politico di questo mondo gravemente malato.