di Marcello Buttazzo –

Dopo gli ultimi suicidi in carcere, il ministro Nordio ha avuto parole chiare: “Fare di tutto per ridurre la tragedia dei suicidi, una sconfitta dello Stato e mia personale”. Le italiche prigioni continuano ad essere sovraffollate fino all’inverosimile. Molti istituti di pena sono fatiscenti con servizi igienici precari. Le guardie penitenziarie sono in numero limitato, soggette a stress continuo. E non è un caso che, in questi anni, tante guardie si siano tolte la vita. Talvolta, la prigione ha tragicamente abdicato a una delle sue funzioni primarie: la riabilitazione. In diverse strutture, mancano le attività creative e ricreative per i detenuti, è carente la formazione culturale e lavorativa. Il Guardasigilli Nordio ha avanzato la proposta di riconvertire le ex caserme in carceri. Può bastare? Un’altra proposta di Nordio (che, in realtà, è una campagna vecchia d’un anno, portata avanti dal giornale della Cei “Avvenire”) è quella di intensificare le chiamate telefoniche dei detenuti ai familiari. Sono misure, senz’altro, meritorie, che tuttavia non bastano a sanare una gravissima emergenza. Fra le sbarre, s’aggira un’umanità dolente di uomini, di donne, di consumatori di droghe e piccoli spacciatori, di migranti senza le carte in regola, che hanno talvolta compiuto reati irrisori di inconsistente rilevanza penale. In prigione, si trovano perfino malati psichici, che non dovrebbero stare fra le sbarre di dura ferraglia. Due domande per Carlo Nordio: il suo poderoso governo di destra ha il coraggio e la cultura per smantellare la infausta legge Bossi- Fini sulle migrazioni? Il suo governo ha la forza e la lucidità per ammorbidire quantomeno un pochino la normativa sulle droghe?

Marcello Buttazzo