di Marcello Buttazzo –

In questi giorni, alla Camera dei deputati, il Garante nazionale per le persone detenute e private di libertà, Mauro Palma, ha illustrato la situazione angosciante in cui versano gli istituti di pena, facendo un pesante bilancio. La condizione carceraria è davvero allarmante. Il sovraffollamento è aumentato vertiginosamente: è sufficiente pensare che su 46.904 posti regolarmente disponibili, al 26 marzo 2019, erano presenti 60.512 detenuti, ossia 13.606 in più. Anche i suicidi sono una ferita lancinante. Nel 2018, 64 persone si sono tolte la vita. E nei primi tre mesi di quest’anno, altre 10 persone hanno pensato di farla finita. Tutti gli esseri umani, nativi o stranieri, liberi o ristretti, hanno diritto ad una inerente dignità, alla possibilità effettiva di godere di alcune elementari norme di decoro. I Radicali ed alcuni esponenti della sinistra, in questi anni, avevano ventilato come medicina riparativa l’indulto e l’amnistia per decongestionare le carceri invivibili. Anche oggi, c’è chi, a cominciare dal Garante nazionale per i detenuti Palma, asserisce che servono subito interventi drastici. Ci chiediamo, ad esempio, perché più di 5000 reclusi con pene sotto i 2 anni, che potrebbero usufruire di misure alternative, rimangono negli istituti? Da qualche politico governativo, che ha tutto l’interesse di propagandare la percezione di insicurezza, possiamo attendere mai strategie liberali sulle carceri? Mah? 

 Marcello Buttazzo